sabato 21 ottobre 2023

QUATTRO TRIESTINI IN VIAGGIO VERSO L'AMERICA PER SALVARE LA VENEZIA GIULIA

Questa è la storia sconosciuta di quattro triestini, che pur di salvare la loro terra natale, decidono, nel dicembre del 1948, di partire con due barche di sette metri, dal Molo Audace di Trieste, per raggiungere l’America Latina, e perorare la causa della restituzione della Venezia Giulia incontrando i Presidenti e i rappresentati delle nazioni brasiliana, argentina e uruguaiana. Trieste nel 1948, era controllata dal Governo Militare Alleato, era appena entrato in vigore il Trattato di Pace di Parigi assegnante la Venezia Giulia alla Jugoslavia di Tito, e la città giuliana stessa faceva parte di un cosiddetto “Territorio Libero”. 

In questo clima, nasce un’impresa indescrivibile, assente ingiustificata in ogni libro di storia: navigare con due barche lunghe sette metri, attraverso l’ Adriatico, il Mediterraneo, l’Oceano Atlantico e Pacifico, raggiungendo le coste brasiliane, approdo del viaggio, ma non certo meta finale.  

Solo quattro persone ed una delle due barche giungeranno a destinazione (la seconda, dovrà purtroppo fermarsi a Gibilterra per un guasto tecnico, tutti sani e salvi, eroi del mare e arditi di un’impresa che in qualsiasi altra nazione sarebbe entrata nella Storia. 

Se da un lato tuttavia, i quattro, partirono tra disinteresse e disillusione, privi di aiuto dalla Madrepatria, salvo qualche rara eccezione, in America Latina le popolazioni accoglieranno “i quattro moschettieri del mare” come eroi, rigeneratori uno spirito garibaldino, tra entusiasmi incontenibili, acclamazione di popolo e sostegno dei Presidenti delle singole nazioni.  

La mattina seguente il comandante tiene un discorso alla radio nazionale. Saluta i brasiliani, ringrazia i radioamatori e, dopo aver ricordato i legami che uniscono Italia e Brasile, fa appello al senso di dignità e giustizia di ogni popolo e chiede l’intervento del Brasile in difesa della causa triestina e che siano restituite all’Italia Trieste, Pola, Fiume e Zara con tutti i territori pertinenti. Mentre si susseguono le interviste e gli incontri ufficiali l’Italia-Trieste viene riparata e rimessa in sesto e può ripartire per Natal, Recife, Salvador, Porto Seguro, Cabo Frio, Rio, che raggiungono il 13 novembre. Ovunque si fermano l’accoglienza è calorosa ed entusiasta.

Il 24 maggio 1950 la scialuppa Italia-Trieste attracca alla darsena nord di Buenos Aires. La navigazione è conclusa.

Ancora incontri diplomatici, radio, giornalisti e fotografi, la consegna dell’ultima lettera del sindaco di Trieste con la richiesta di aiuto a Peron e infine il rientro a casa. 

Il presidente argentino Peron chiede e ottiene in dono la scialuppa Italia-Trieste per il Museo della Marina Argentina e l’Alitalia offre i passaggi aerei all’equipaggio che da ventuno mesi manca da casa. 

Il 7 settembre 1950 giungono all’aeroporto di Ciampino e il sindaco di Roma, Rebecchini, consegna loro una medaglia di bronzo in ricordo della loro impresa. Sarà la prima ed ultima delle cerimonie ufficiali in Italia. 

All’arrivo a Trieste non ci sarà nessuna autorità ad attenderli, nessuna festa, nessun onore. 

Una crociera unica quanto sconosciuta, una pagina di storia e avventura da inorgoglire qualsiasi altra nazione da noi invece sconosciuta. I numeri della navigazione dell’Italia-Trieste:


Equipaggio: Rodolfo de Gasperi, Glauco Gaber, Giuseppe Reggio e Giovanni Volcich 

Partenza dal Molo Audace di Trieste, 16 dicembre 1948 ore 23:30 – arrivo a Buenos Aires il 24 maggio 1950 

Percorse in mare 8.469 miglia, attraccati in 48 porti.






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