Il simbolo della vittoria del campionato italiano di calcio fu inventato dal poeta Gabriele D'Annunzio. Avvenne a Fiume, durante l'impresa della città.
Nel febbraio del 1920 venne organizzata una partita di calcio tra i legionari e una rappresentativa locale. E D'Annunzio fece indossare ai suoi uomini una casacca azzurra che recava sul petto uno scudetto tricolore, senza lo stemma sabaudo. È il 12 Settembre del 1919. Il patriota Gabriele D’Annunzio alla testa dei suoi legionari si stanzia nella città di Fiume, proclamandone l'annessione all'allora Regno d’Italia (Reggenza italiana del Carnaro). Ed è proprio qui che, durante una partita amichevole tra i civili locali ed i legionari italiani, compare per la prima volta nella storia lo Scudetto Tricolore. Siamo allo stadio di Cantrida, allestito di tutto punto per levento. È il 7 Febbraio del 1920. Per tale occasione il Vate stesso disegna e poi appunta sulle maglie azzurre, dei compagni uno scudetto tricolore, in omaggio alla propria amata terra natia.
Nonostante la partita si concluda 1 a 0 a favore dei Fiumani (goal decisivo di un certo Tomag), è la formazione nostrana a raccogliere la vittoria più importante, almeno in campo politico: quel piccolo pezzetto di stoffa, infatti, crea un incredibile effetto propagandistico, tanto che la notizia, non solo viene diffusa dai giornali principali, ma diventa anche argomento di discussione nelle riunioni politiche, rappresentando un ulteriore motivo di unione per il popolo italiano. Addirittura nel Gennaio 1922 un sondaggio della Gazzetta dello Sport nomina il poeta sportivo dell'anno, grazie alla sua straordinaria intelligenza ed intraprendenza in materia.
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