sabato 28 ottobre 2023

La distruzione di Palazzo Longo a Capodistria


Palazzo Longo, edificato nel XVI secolo

Demolito nel febbraio 2018


Lo storico Palazzo Longo è – o meglio era – un imponente e prestigioso edificio cinquecentesco, costruito in stile rinascimentale veneziano, appartenuto alla nobile famiglia Longo che vi abitò per secoli. La famiglia Longo ebbe origine a Venezia nel VI secolo, ma in seguito si diffuse in tutto il mondo italiano, con ramificazioni in altre regioni italiane oltre che in Istria e Dalmazia. La più antica menzione della famiglia in Istria risale al 1202 con Martinus Longus.


Un membro della famiglia in Istria, Francesco Longo, fu Podestà di Capodistria nel 1510, quando la città apparteneva alla Repubblica di Venezia. Gli ultimi membri della famiglia Longo vissero nel Palazzo fino agli anni '90 dell'Ottocento. L'edificio era considerato uno dei più importanti edifici rinascimentali della città di Capodistria.


Abbandonato per molti decenni, l'edificio – di "proprietà" del governo sloveno – è stato trascurato e lasciato a marcire. È stato venduto dal comune a una proprietaria privata di nome Doris Božič nel 2010 durante un'asta. Nel 2015 c'era un piano di restauro dell'edificio. Tuttavia, i rappresentanti del Ministero della "Cultura" sloveno hanno dichiarato che l'edificio era instabile, pericoloso e doveva essere demolito...

L'implicita e vergognosa ammissione alla base di questa dichiarazione è che il Palazzo era stato così gravemente trascurato dal governo sloveno per così tanti anni da permettere che l'edificio cadesse in rovina, senza dubbio intenzionalmente...

Il 31 gennaio 2018 il governo ha dichiarato che l'edificio doveva essere demolito entro 30 giorni. La demolizione di Palazzo Longo è stata completata nel febbraio 2018.


Come ha ammesso l'autrice slovena Vesna Mikolič, in seguito all'esodo della popolazione italiana nel secondo dopoguerra la città di Capodistria si ripopola con sloveni provenienti da altre regioni della Jugoslavia che non si identificavano con la città mediterranea né con il suo patrimonio storico culturale. I nuovi amministratori jugoslavi e gli immigrati sloveni hanno deliberatamente trascurato gli edifici per nascondere o sopprimere il carattere italiano della città istriana. Di conseguenza, molte delle antiche strutture italiane caddero in degrado e furono spesso vandalizzate da teppisti.


Alla luce della lunga storia di distruzione del patrimonio italiano in Istria da parte dei governi jugoslavo e post-jugoslavo, nonché delle frequenti profanazioni di monumenti ed edifici ancora oggi condotte da vandali anti-italiani, è difficile non vedere questa demolizione più recente come parte di un piano intenzionale di trascurare un edificio antico e lasciarlo volutamente andare in rovina per giustificare la sua distruzione. Indipendentemente dal fatto che questa negligenza sia stata intenzionale o meno, la responsabilità deve comunque ricadere sulle autorità slovene, che per tanti anni hanno posseduto e irresponsabilmente trascurato la struttura.


Oggi un numero allarmante di altri edifici storici italiani di Capodistria stanno cadendo in uno stato di degrado e rischiano anche la demolizione. Il Palazzo Totto, Palazzo Bassegio, l'ex Monastero dei Serviti, la Casa Veneziana “A Gheffo” e diverse strutture medievali rischiano di essere demolite. Se ciò accade, cosa resterà della vecchia Capodistria italiana?

Niente. Solo un cumulo di macerie e la definita morte della millenaria cultura istriana.

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