lunedì 30 ottobre 2023

In ricordo di Cristian Pertan


Pertan era nato a Trieste il 1 Giugno 1974 da famiglia istriana originaria di Pizzudo, frazione di Materada nei pressi di Umago, costretta a lasciare la casa e la terra degli avi a seguito delle persecuzioni delle bande partigiane jugoslave nel 1943-45.

È morto a Trieste, all’alba del 1 Gennaio 2005, in un tragico quanto assurdo incidente di moto.

È oggi sepolto a Materada, nella sua amata Istria, la “terra rossa” da lui cantata.


CURRICULUM MILITARE


Del Capitano paracadutista Cristian Pertan


1993 - Presta servizio di leva preso il 9° B.tg d'assalto Col Moschin

1994 - Entra all'accademia militare di Modena

1996 - Terminata l'Accademia viene nominato sotto tenente di fanteria e trasferito a Torino presso la Scuola mIlitare di applicazione.

1998 - Viene nominato Tenente dei paracadutisti

1999 - Termina la scuola di applicazione a Torino e viene assegnato al 183° B.tg paracadutisti “Nembo”


Dal 1999 al 2004 partecipa attivamente a varie missioni nei Balcani (Bosnia - Kossovo) in qualità di Comandante di plotone prima e, successivamente al conseguimento dei gradi di Capitano, il primo settembre 2003, a Comandante di compagnia.


Nel giugno 2004 viste le grandi doti attitudinali e il fortissimo spirito di cameratismo, viene trasferito presso la scuola Militare di Paracadutismo di Pisa in qualità di Capo Sezione Addestramento.


Il mito del “Boccia”


Cristian Pertan, da tutti conosciuto con l’affettuoso appellativo di “Boccia”, oltre che ufficiale della “Folgore” aveva molti interessi e in tutti profuse il suo grande amore, lo struggente sentimento, che lo legava alla “terra dei Padri”: l’Istria italiana. In tutti i luoghi e in tutte le circostanze profondeva il suo impegno di patriota per far conoscere la storia, il dramma e le meraviglie della terra istriana, giuliana e dalmata.


Alla sua terra dedicò delle poesie che divennero canzoni, musicate e cantate insieme all’amico e camerata Nello Gatta, con il quale formò il gruppo dei “Non Nobis Domine”, portate di giro per l’Italia, in decine di concerti. Grandissimo tifoso della Triestina, lo si riconosceva in qualsiasi stadio proprio per la sua bandiera blu con la Capra, simbolo dell’Istria… Anche in questo modo ha insegnato a centinaia di giovani a conoscere e amare quella bandiera. Accompagnava “per mano e con affetto” gli amici e tante altre persone a conoscere e apprezzare quelle terre italiane ormai quasi dimenticate e con i nomi stravolti dalla barbarie slava. Insegnava e tramandava, con i racconti e le canzoni, i tragici eventi che colpirono gli italiani invitando a recarsi sulle Foibe, anche quelle ancora “nascoste” dai governi sloveni e croati, e porgendo a tutti un fiore da gettare negli orridi carsici tomba di migliaia di italiani. Parlava correntemente l'istroveneto e stimolava i tanti giovani, figli o nipoti di esuli, a parlarla per non far morire quella parlata che fa parte della Tradizione e della Cultura italiana.



Due poesie divenute canzoni

Canzone giuliana

A cinque chilometri il primo confine
Non posso scordare non era così
Quei giorni vigliacchi non furon la fine
Del sangue italiano che fu sparso qui
Ricordo i fratelli che non son tornati
Cantare spavaldi in quell’ultima ora
Tra piccoli boia di rosso ammantati
Il filo di ferro e la gelida bora
Sui corpi straziati poi l’erba ricrebbe
Ma torna al mio cuore un’eco lontana
La voce di uomini in grigioverde
Rimasti a morire su terra italiana

Sogniamo sempre l’Istria nobilissima
L’Istria di nuovo libera e redenta
Sogniamo sempre Fiume e la Dalmazia
In Italia e non in croazia

E per questa terra che invoca giustizia
Il nostro dolore non si è mai placato
Ma verrà il giorno di perfetta letizia
Quando il nostro popolo sarà tornato
Nei propri villaggi nelle sue città
Tra la terra rossa e l’azzurro del mare
Lucente nel sole a noi si offrirà
La terra che i padri ci fecero amare
Da sempre e per sempre è la nostra terra
Amore più grande di ogni forza umana
Dolore e grandezza nel cuore rinserra
La sua gente indomabilmente italiana

Sogniamo sempre l’Istria nobilissima
L’Istria di nuovo libera e redenta
Sogniamo sempre Fiume e la Dalmazia
In Italia e non in croazia.

È l’Italia del dolore, è l’Italia dell’amore,
sarà sempre Italia almeno nel mio cuore...


Terra Rossa 


Terra rossa, terra mia

Quando sono andato via

Ho affidato a te il mio cuore

Ti ho giurato eterno amore

Casa mia, terra mia

Terra rossa, sangue mio

Rosso il sangue dei miei padri

Massacrati ed infoibati

Sangue il pianto dei miei padri

Esiliati ed umiliati

Terra e sangue ho nel mio cuore

Terra rossa, dolce amore

Lacrime della mia gente

Terra rossa che non sente

Il dolore mai lontano

Del popolo istriano

Voio tornar, voglio tornare

Voio tornar, voglio tornare

A casa mia

Istria, Fiume, e Dalmazia

Né Slovenia, né Croazia

Terra rossa, terra istriana

Terra mia, terra italiana

Istria, Fiume, e Dalmazia

Né Slovenia, né Croazia

Terra dalmata e giuliana

Terra mia, terra italiana

Questa terra ho nelle vene

Questa terra mi appartiene

Terra nostra per la storia

Nel mio sangue la memoria

Terra e sangue sempre uniti

Non possono esser divisi

Terra mia santificata con il sangue, terra sacra

Questa è la mia religione

L'unità della nazione

Religione insanguinata

Religione della patria

Terra pazzamente amata

Terra mai dimenticata

Ogni vero Italiano è anche dalmata e giuliano

Voio tornar, voglio tornare

Voio tornar, voglio tornare

A casa mia

Istria, Fiume, e Dalmazia

Né Slovenia, né Croazia

Terra rossa, terra istriana

Terra mia, terra italiana

Istria, Fiume, e Dalmazia

Né Slovenia, né Croazia

Terra dalmata e giuliana

Terra mia, terra italiana

Istria, Fiume, e Dalmazia

Né Slovenia, né Croazia

Terra rossa, terra istriana

Terra mia, terra italiana

Istria, Fiume, e Dalmazia

Né Slovenia, né Croazia

Terra dalmata e giuliana

Terra mia, terra italiana

Questa è Italia

È Italia, questa è Italia

È casa mia!


Una canzone dedicata a Cristian

Scritta e musicata da Nello Gatta, suo camerata nella breve ma splendida esperienza dei “Non Nobis Domine”, questa canzone rappresenta il più degno omaggio della Comunità di fratelli che lo ha conosciuto, stimato, ascoltato e seguito per anni.


Ritorno in Istria


Colmiamo la coppa di freschi pensieri

Lanciamo nel cielo i nostri cuori neri

Colmiamo la coppa di dolci emozioni

Dei volti più cari, di sogni e canzoni


Versiamo per terra i ricordi amari

Lacrime mai piante da riempire i mari

Leviamo le coppe al fratello che va

Giammai il nostro affetto lo abbandonerà


Stendiamo il suo corpo su un letto di fuoco

La notte rifulge trapunta di croco

Gridiamo il suo nome, affidiamolo al vento

Lo sussurrerà dolcemente in ogni silenzio


Il nome risuona tra i boschi ed il mare

La terra fremente lo sta ad ascoltare

E l’Istria sorride coi suoi mille fiori

Dai colli alle acque ravviva i colori


Di rosso e d’azzurro la Madre si adorna

Festeggia suo figlio che da Lei ritorna

Le voci dei Padri sussurrano in Istria

bisogna far festa, perché torna Cristian


Risuoni l’annuncio a Pizzudo ed Umago,

A Buie, a Rovigno, a Fiume, a Pirano,

A Pola, a Cittanova, ad Abbazia,

Pisino, Parenzo, Montona, fino in Ciceria


Milioni di voci sussurrano in Istria

Dobbiamo far festa, è tornato Cristian.

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