Antonio Vukasina, nato nel 1920 a Zara, fervente italiano e dalmata. Attivista sportivo e campione di lancio del giavellotto, fu studente all'università di Bologna in ingegneria. Scoppiata la guerra, si arruola volontario rinunciando al rinvio per motivi di studio e va a combattere in Africa settentrionale dove si rende onore fra Tobruk ed Agedabia. Rimpatriato nel febbraio 1942, completa il corso da Allievo Ufficiale di Complemento e chiede di essere mandato in Dalmazia, dove gli viene assegnato il comando di una compagnia della Milizia Volontaria Anti Comunista, reparto composto da elementi slavi fedeli all'Italia ed aggregato alla divisione "Zara". Il 7 giugno del 1943, il suo reparto è attirato in un'imboscata da preponderanti bande slave: coraggiosamente con il carabiniere Carmine Di Giosa, si impegna per difendere lo sganciamento della sua compagnia e trova la morte in combattimento.
Volontario di guerra chiedeva ed otteneva il comando di un reparto di formazione avente funzioni particolarmente ardite e con esso partecipava a rischiose azioni. Avuta notizia che una massiccia formazione si apprestava ad occupare le quote circostanti il suo piccolo presidio per attaccarlo, con pronta decisione affrontava la grande minaccia. Dopo aspro combattimento, rimasto ferito ad entrambe le braccia e pressoché circondato, rifiutava di porsi in salvo attraverso l’unica via rimasta ancor libera e ripiegava combattendo con pochi superstiti. Asserragliatosi in una casa, continuava la cruenta lotta rifiutando sdegnosamente ogni proposta di resa finché, esaurite tutte le munizioni, cadeva sul campo trovando nell’ultimo anelito la forza di gridare la sua inesausta fede di dalmata. Sublime esempio di ogni più alta virtù militare e d’ardente fede italiana. – Dalmazia, 7 giugno 1943.
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